venerdì 13 gennaio 2012

La morte pulita

Ieri sera abbiamo visto un film diverso dai soliti: Kill me please di Olias Barco, regista francese.
Come e perchè si desidera morire? Quale è la morte migliore? Se si potesse scegliere quale desiderio si vorrebbe realizzare? Quali condizioni possono far desiderare la morte? Si è lucidi quando si fa questa scelta?
Sono tante le domande che la visione di Kill me please fa nascere e non c'è assolutamente nessuna risposta. 


Il film ha vinto il premio Marco Aurelio d'oro del Festival di Roma. Ho letto recensioni discrepanti, ma a me è piaciuto molto.Mi ha sorpreso, mi ha interessato il vertice grottesco, assolutamente non è un trattato sull'eutanasia, nè vuole sostenere alcuna tesi, se non forse che chi cerca la morte ha in realtà una carica aggressiva altrettanto forte del suo desiderio. Mi è piaciuta la trasformazione anche stilistica tra la prima e la seconda parte del film, il crescendo dalla ricerca di una morte pulita all'esplodere della  morte folle, sanguinosa e pulp. Il fatto che la pellicola è girata in bianco e nero aiuta l'effetto discrepante che si ottiene dalla asetticità e freddezza iniziale alla confusione e alla macelleria del finale. I personaggi  non sono esplorati in modo approfondito, sono accennati, come spunti di possibilità, eppure rendono il senso che la morte non è mai la stessa, non è mai pulita, non è sicuramente solo una fine.
Bello, davvero.






Nessun commento:

Posta un commento