domenica 17 febbraio 2013

Chi ha fatto il classico?

Lo spettacolo di Paolini ITIS Galileo inizia con una serie di domande al pubblico sulla scuola superiore frequentata. Perchè, ci dice, chi non ha certe nozioni base di filosofia non può capire quale rivoluzione sia stato il Discorso sui massimi sistemi di Galileo.  Mi ha fatto ricordare che una delle materie che amavo di più era proprio Filosofia. Lo spettacolo sulla vita di Galileo riesce allo stesso tempo a ricostruire, attraverso le vicende biografiche del fisico e scienziato, l'atmosfera del tempo e a sottolineare la novità della proposta di Galileo, che non sta tanto nel sostegno al sistema copernicano, ma nella possiilità di dimostrarne la verità attraverso il metodo osservativo della scienza moderna.
Galileo fu costretto ad abiurare il sistema copernicano perchè aveva trovato il metodo per dimostrare, sulla base di osservazioni ed esperimenti, che quella teoria era presumibilmente vera, più vera della Tradizione, più vera delle Scritture. Paolini racconta che l'invenzione del cannocchiale è stata la vera svolta. E' un teatro che tiene avvinti, ma che educa, facendo ridere e pensare. Chi ha fatto il classico si ricorderò allora che la funzione del teatro nella polis greca era anche quella di educare, di condividere valori e pensieri della comunità, una funzione riflessiva. Mi è venuta nostalgia degli anni nei quali discutevamo di Platone e Aristotele, di Socrate e poi di Cartesio e Kant e Hegel e Nietzche. Erano gli anni nei quali leggevamo le tragedie, a volte anche in greco, di Eschilo ed Euripide.  Un piccolo gruppo di amici: frequentavamo la stessa classe, studiavamo insieme e polemizzavamo spesso, come se certe idee ci riguardassero da vicino, come se non si trattasse soltanto di qualcosa da imparare, ma di argomenti che potevano decidere della nostra vita. Sono le idee che cambiano il mondo, sono le idee che plasmano il futuro. Ma le idee nascono in un  contesto sociale, in un detrminato momento storico, nascono e vivono inosservate, come la proposta di Copernico, oppure diventano una rivoluzione, se associate ad un altro modo di osservare i fenomeni della natura. Nascono, si diffondono, sembrano scomparire, poi rimangono e risorgono. Forse Galileo non ha mai detto "Eppur si muove", ma questa frase ben rappresenta la capacità di un'idea di resistere.
Sarebbe bello che in tutte le scuole superiori si studiasse la Filosofia, sarebbe bello che il teatro fosse ancora il modo di una comunità di riflettere sui propri valori, sui progetti e sulle idee che ci appartengono. Come il teatro civile di Paolini.
Perchè non è vero che fare il classico non serve a niente. Invece se ogni scuola superiore  stimolasse il senso critico ed il relativismo delle idee, che solo la storia della filosofia può insegnare e che naturalmente gli adolescenti perseguono, non ci ritroveremmo a combattere troppo spesso con banalizzazioni e semplificazioni pubblicitarie. I pensieri slogan crescono in menti unificate.
Il dubbio del metodo scientifico, così come la dialettica delle opere teatrali sono dei buoni antidoti.





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