domenica 8 gennaio 2017

Classifica dei film del 2016, privata e opinabile, come al solito.



Nell'anno appena trascorso ho visto più film del solito, però meno nelle sale cinematografiche e più a casa, su Sky, Netflix, Google Play, e già questo dato potrebbe essere importante. Forse perché vivo in una città di provincia dove non c'è molta scelta (ma quando sono a Roma o Firenze ho l'impressione che anche l'offerta delle grandi città non sia così varia) trovo più conveniente scegliere i film dalle varie piattaforme online o dai canali in abbonamento. Mi rendo conto che tale preferenza determina un ulteriore caduta del pubblico delle sale, ma credo che sulla distribuzione dei film dovrebbe essere fatta una riflessione e una politica più ampia.

Ho avuto l'opportunità di vedere e apprezzare molti bei film grazie ai corsi di cinema organizzati da Fondazione Cultura Grosseto con Mario Sesti e Giovanni Bogani oppure per merito della partecipazione, come giurata e spettatrice, al Clorofilla Film Festival, grazie a Simonetta Grechi.

L'offerta che ho trovato nelle sale non è stata all'altezza dei film che ho scoperto grazie a queste iniziative, quindi il mio giudizio ne risentirà sicuramente.



1) A pari merito metto al primo posto La pazza gioia di Virzì e Lo chiamavano Jeeg Robot di Mainetti, per la scelta di protagonisti fuori dagli schemi, che viaggiano tra il dramma e la comicità, cercando una soluzione all'esistenza cruda e piatta, con quel pizzico di fantasia e follia che fa desiderare di essere, una volta nella nostra vita, come loro.

2) Perfetti sconosciuti di Paolo Genovese avrebbe potuto partecipare dello stesso giudizio se non fosse che il finale normalizza troppo l'intreccio, mentre la storia si poteva mantenere sulla rottura e lo svelamento delle normali ipocrisie dei nostri giorni.
3) Julieta di Almodovar pur avendomi in qualche modo deluso (le-donne-di-virzi-e-quelle-di-almodovar.html ) si piazza lo stesso al terzo posto, perché Pedro è sempre Pedro, anche quando sceglie di filmare un racconto che forse non appartiene del tutto alle sue corde. Il suo punto di vista sul rapporto madre figlia vale comunque la visione del film.
4) Non essere cattivo di Claudio Caligari è stata una sorpresa molto gradita, in particolare per l'ambientazione, la luce e gli scorci delle periferie disperate. La prova attoriale di Luca Marinelli è notevole.

5) Fai bei sogni di Marco Bellocchio: mi è piaciuta sia la storia di Gramellini che la prova di Mastrandrea, la regia non brilla.

6) Fuocoammare di Gianfranco Rosi, un bel docufilm, con una fotografia intensa.





7) The end of the tour di James Ponsold si merita il settimo posto perché è la storia di David Foster Wallace, un autore che amo moltissimo, anche se l'attore scelto per interpretarlo lo conoscevo per una serie Tv molto famosa, quindi ho avuto qualche difficoltà a dargli credibilità.

8) Suffragette di Sarah Gavron è interessante come ricostruzione delle lotte femministe, un film didattico, infatti ho portato con me mia figlia, ma non lo ha apprezzato.

9) Bella e perduta di Pietro Marcello è un film troppo "visionario" per i miei gusti, non è riuscito a coinvolgermi, pur apprezzando il tentativo di fare un film tra il documentario di denuncia e la ricostruzione di una atmosfera mitica.

10) Neruda di Pablo Larrain: avendo visto altri film di questo regista mi aspettavo un film diverso, invece questa storia mi è sembrata troppo didascalica. Un Neruda più politico che poeta.

11) La corrispondenza di Giuseppe Tornitore davvero un film inutile, incompleto, inconcludente, peccato, è uno dei miei registi preferiti.

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