sabato 21 aprile 2018

Anna Karenina e L'idiota, ovvero del M5S e del PD.

Dalla mie recente immersione nella cultura russa  traggo alcuni spunti di riflessione sul presente della politica.
Il ragionamento è un po' contorto, ma breve.
Ho letto Anna Karenina, era da tempo che me lo ripromettevo.
Mi ha coinvolto non tanto la vicenda sentimentale tra Anna e Vronskij, che già conoscevo attraverso i vari adattamenti cinematografici, ma la seconda storia, l'amore tra  Levin e  Kitty.
Tolstoj attraverso il suo alter ego Levin  racconta un percorso di riflessione filosofica e morale sul matrimonio e soprattutto sull'idea di giustizia, su modelli sociali e politici. Contrappone la visione di una natura e della vita in campagna come ordinata e sostanzialmente serena, ad una descrizione della vita sociale in città piena di intrighi e immoralità.
Anche Dostoevskij ne L'idiota non parla solo dell'amore del principe Myskin per Natalia e Aglaja. Rappresenta una idea di un mondo di relazioni complicate, nelle quali solo il sacrificio di una persona fondamentalmente ingenua può provare a rendere giustizia a chi è stato offeso.
I due protagonisti, Levin e Myskin, rappresentano due idee di bontà: una bontà illuminista versus una bontà tragica.
La bontà della ragione e la bontà del conflitto.
Una visione di un mondo potenzialmente ordinato e giusto, contro una visione del mondo complicato e in mano al caos.
Il conte Levin riflette, si perde nel mondo corrotto della città, sembra essersi ritirato e rifugiato nel mondo bucolico e  nella sua delusione, ma poi torna al suo unico vero amore, Kitty.
La povera Anna che non riesce a capire cosa prova ed a dare un ordine alle sue passioni è destinata a perdersi nella relazione con Vronskij, viene tradita e sceglie di punirsi. Il bene e il male sono chiari, definiti, la giustizia trionfa.
Il principe Myskin agisce le sue emozioni, si schiera a difendere Natalia, ma in realtà ama Aglaja, tenta di portare armonia e giustizia tra i suoi amici e invece viene travolto dal disordine delle passioni. Non trova il modo di vivere il suo amore ed è lentamente trascinato in un destino contrario. Voleva fare il bene, ma risulta un ingenuo perdente.
Mi sembra che si delineino due visoni profondamente diverse.
Se il mondo è ordinato e fondamentalmente buono, naturalmente buono, si può sperare (ma a volte pretendere) che prima o poi ci sia una conciliazione e l'attuazione della bontà, in terra o nei cieli.
Se il mondo è un caos di dolore incontrollato (come ci dice D.W.Foster) si può solo operare per facilitare il minore dei mali possibili, tentare la mediazione tra i contrasti, accontentarsi di un risultato parziale.

Levin è vicino alla sinistra totalitaria, al cattolicesimo dell'Inquisizione che condanna, ai vari fanatismi idealisti, come il Movimento 5 Stelle.
L'idiota sembra la sinistra socialdemocratica,  incastrata nei conflitti e a volte nelle scelte di fede irrazionali,   spesso perdente, come il PD.



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